Fusi alla meta

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1 ottobre 2014 di Massimiliano Amato

I puntigliosi distinguo e le lacrimose lamentazioni ex post lasciano il tempo che trovano. Partita con le migliori intenzioni, la Fonderia delle idee si è trasformata, il penultimo giorno, in un mezzo fiasco. E’ stato quando sul palchetto di Città della Scienza si è materializzato il passato, indesiderato ospite. Proprio quello che la nuova leva di dirigenti renziani si proponeva, o almeno così lasciava intendere, di escludere dall’orizzonte della corsa per le Regionali. Sia come sia, il blitz del capo delle paranze salernitane, reduce da una settimana terribile per via dei famosi fatti di San Matteo costati se non una scomunica quanto meno un mezzo anatema vescovile, pronunciato peraltro in diretta radio e urbi et orbi, ha svuotato di ogni contenuto la kermesse di Bagnoli. Le ha scippato l’anima. Al di là della posta in palio (la candidatura) l’intemerata di sabato sera, che è parsa studiata nei dettagli claque compresa, a prima vista ribadisce l’irriformabilità del Pd campano. Segnando il confine di un possibile fallimento culturale. L’impressione, infatti, è che qui il renzismo, parecchio depotenziato della propria carica rottamatrice, dovrà costantemente passare sotto le forche caudine della mediazione, del compromesso, della trattativa con il notabilato aggrappato alle proprie rendite di posizione. Cose che si sapevano anche prima di sabato, in verità. Il fatto che a ribadirle sia stato il flop a metà della Fonderia ha tutto sommato modesto valore simbolico ma straordinario significato politico, perché vanifica l’effetto prodotto dal successo alle Europee, quando senza l’aiuto praticamente di nessuno Renzi ha portato il partito al suo massimo storico, e riapre la strada (mai chiusa del tutto, in realtà) al partito-confederazione. Peraltro, il passo falso (se tale è stato) coincide con il momento più “muscolare” e cruento del renzismo a livello nazionale. Riuscendo a spaccare la sinistra interna nella discussione sull’articolo 18, il rottamatore ha dimostrato che la tempra del combattente non è appannata dalla valanga di critiche che quotidianamente gli piovono addosso dai mondi che ne hanno sostenuto la scalata e che adesso sottolineano l’inazione del suo governo, in pratica fermo agli annunci in ogni campo. Ma se fuori del Nazareno appare molto indebolita rispetto a sette mesi fa, all’interno del partito la leadership dell’ex sindaco di Firenze esce addirittura irrobustita dallo scontro sulla riforma del diritto del lavoro. Nonostante le tante, troppe, forzature che egli ha consapevolmente messo in campo. O, forse, proprio in ragione di esse.  A fronte di tutto ciò, risalta con ancora maggiore evidenza l’endemica debolezza del giovane gruppo dirigente campano, dimostratosi incapace di costruire una diga in grado di contenere lo straripamento di qualche vecchio e tonitruante capoparanza. Un’esondazione tribunizia, stando ai commenti sdegnati affidati ai social media da tantissimi militanti che a Bagnoli c’erano andati per partecipare ad una riflessione corale sulla Campania da costruire, e non certo per trasformarsi in pubblico di un comizio sguaiato e dagli sgradevoli toni laurini. Ora, fatta salva la buona fede dei militanti, siamo proprio sicuri che si sia trattato di semplice incapacità degli organizzatori se il principale “rottamando”, anziché assistere impotente alla propria defenestrazione da lontano, è potuto entrato nella Fonderia dalla porta principale, prendendosi indisturbato la scena, sia pure per una porzione limitata di tempo? Che non abbiano, cioè, avuto alcun ruolo le “affinità elettive” esistenti, ancorché abilmente dissimulate, tra i due populismi che si fronteggiano in questa vicenda? Dentro questo interrogativo è racchiuso il senso della partita che si giocherà nelle prossime settimane nel centro-sinistra campano: primarie o no, sabato sera a Bagnoli potremmo aver avuto un’anticipazione del futuro prossimo venturo. Con buona pace di un gruppo di volenterosi giovanotti che ora corrono seriamente il rischio di giungere, è proprio il caso di dirlo, fusi alla meta.

MASSIMILIANO AMATO

fonderia delle idee

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